-
-
Agenda, Appuntamenti, Flash
-
Termina a Castellanza la stagione dell’Augusta Torino Basket.
La vittoria della Sangiorgese ha portato in semifinale gli arancioblù, ma non si può certamente dire che i torinesi non abbiano lottato fino alla fine.
Sono infatti serviti due tempi supplementari per avere una squadra vincitrice: una partita emozionante, in cui le due squadre hanno dato il massimo per tutti i 48minuti.
Alla fine ha vinto la squadra che, sfruttando il roster lungo, è riuscita a presentarsi negli ultimi minuti con maggior freschezza. Nelle rotazioni di coach Tassone hanno pesato come macigni le assenze di Gianotti e Muyango, due terminali offensivi di prim’ordine. Ma sarebbe ingiusto sottolineare le assenze e non dare merito alla prova di orgoglio dell’Augusta.
Da Menzio, protagonista di una serie playoff da vero veterano, a Giordana, autore di 19 pesantissimi punti conditi con grande agonismo e presenza, i torinesi hanno resistito fino alla fine. Ma ogni volta che la partita sembrava prendere la piega giusta per i biancoblù, un Barbirato mortifero e l’atletismo di Vitali hanno rimesso tutto in discussione.
La guardia lombarda ha sfoderato una prova da urlo, come testimonia l’83% al tiro da 3 punti: ma oltre alle percentuali, a far pendere l’ago della bilancia verso la Ltc è stata anche il peso delle triple realizzate.
Sempre in partita Torino Basket fin dai primi minuti, condotti nel punteggio; Jacomuzzi in regia, Passera e Robotti sotto i tabelloni e le penetrazioni di Gioria, hanno messo in difficoltà la difesa lombarda.
Un match giocato a viso aperto da entrambe le formazioni, come testimonia il punteggio alto, obbiettivamente aiutato anche dai due supplementari, e l’equilibrio in campo.
Una delle discriminanti della partita è stata la percentuale ai tiri liberi: deficitaria per entrambe le squadre, ma con il peso per Torino Basket di averla tenuta nella partita ‘senza domani’.
Infine, a far pendere l’ago della bilancia verso la squadra di Albanesi, è stato il minutaggio dei torinesi che, alla fine, ha pesato sulla lucidità nei momenti decisivi: 47 minuti per Gioria, 45 per Menzio, 44 per Jacomuzzi, contro una squadra profonda e preparata come la Sangiorgese.
A volte il cuore non basta.